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Che il mondo sia un 'mondo narrato' o, per dirla in forma più radicale con Nietzsche, che la verità non sia altro che un' illusione di cui si è dimenticata la natura illusoria, non è una novità e anzi oggi è quasi acquisizione di senso comune. Ma specie per l'antropologia, che da sempre mantiene con la fiction un rapporto privilegiato, si tratta di un senso comune pericoloso. L'interrogativo è sempre il medesimo: se il mondo è 'mondo narrato' dove finisce la scienza e dove inizia la letteratura? Possiamo tentare molte risposte mettendo tra virgolette, come spesso malamente si usa, la parola realtà, in modo da offrirci una qualche via di fuga: ma il problema non cambia.